DPIA
Valutazione di Impatto del Trattamento
La Valutazione di Impatto del Trattamento, comunemente conosciuta come DPIA (Data Protection Impact Assessment), è uno strumento fondamentale previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) per garantire la tutela dei dati personali dei cittadini europei.
Cos'è una DPIA?
Una DPIA è un processo sistematico per valutare, identificare e ridurre i rischi connessi al trattamento dei dati personali. È uno strumento pro attivo utilizzato dalle organizzazioni per garantire che le operazioni di trattamento dei dati siano conformi alle leggi sulla protezione dei dati e che i diritti e le libertà delle persone coinvolte siano adeguatamente protetti. Inoltre, DPIA e GDPR sono strettamente connessi. Infatti, una valutazione delle vulnerabilità ben condotta è fondamentale per garantire che il trattamento dei dati personali sia conforme al GDPR e che i rischi per la privacy e la sicurezza dei dati siano adeguatamente gestiti.
Chi ha la responsabilità
di svolgere la DPIA?
La DPIA è una responsabilità del Titolare del trattamento dei dati, noto come Data Controller. Tuttavia, la conduzione pratica di questa valutazione può essere delegata a un altro soggetto, sia interno che esterno all’organizzazione. Il Titolare del trattamento rimane responsabile del monitoraggio del processo e collabora con il Responsabile della Protezione dei Dati (RPD), noto come Data Protection Officer (DPO) in inglese. Inoltre, potrebbe essere necessario consultare esperti del settore, il responsabile della sicurezza dei sistemi informativi (Chief Information Security Officer, CISO) e il responsabile IT, soprattutto se i trattamenti dei dati sono complessi e richiedono competenze specifiche.
Una DPIA è obbligatoria in determinate circostanze, in particolare quando il trattamento dei dati personali potrebbe comportare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone interessate.
Ecco alcune situazioni in cui una DPIA è necessaria:
- Trattamento dei dati sensibili: quando si trattano categorie particolari di dati sensibili, come dati relativi alla salute, orientamento sessuale, convinzioni religiose, una DPIA è obbligatoria. Questi dati sono considerati altamente sensibili, e il loro trattamento richiede precauzioni aggiuntive.
- Valutazione automatica o profilazione: quando si usano processi di valutazione automatica o profilazione che possono avere un impatto significativo sulle persone, è necessario condurre una DPIA. Questo è particolarmente rilevante quando si prendono decisioni basate unicamente su algoritmi o dati automatizzati.
- Sistemi di sorveglianza su larga scala: in caso di implementazione di sistemi di sorveglianza su larga scala, ad esempio con telecamere di videosorveglianza in spazi pubblici, una DPIA è necessaria. Questo perché il monitoraggio costante potrebbe rappresentare una minaccia per la privacy delle persone.
- Nuove tecnologie: quando si utilizzano nuove tecnologie o metodi di trattamento innovativi, è probabile che si debba condurre una DPIA.
- Raccolta massiva di dati: quando si raccolgono una grande quantità di dati personali, anche se non si tratta di dati sensibili, è consigliabile effettuare una DPIA per identificare e mitigare i rischi potenziali.
- Scambio internazionale di dati: in caso di trasferimento di dati personali al di fuori dell'Unione Europea (UE) verso paesi che potrebbero non avere standard di protezione dei dati adeguati. È necessario eseguire una DPIA per valutare i rischi associati a tale trasferimento.
- Trattamento di dati di minori quando si trattano dati di minori, è importante condurre una DPIA per garantire una protezione adeguata e conformità alle leggi sulla privacy relative ai minori.
- Tuttavia, è sempre consigliabile condurre una valutazione d'impatto ogni volta che si tratta di dati personali, anche se non obbligatoriamente richiesta, per dimostrare la conformità e garantire una maggiore sicurezza dei dati.
Procedure
Per la DPIA
Ecco quali sono le fasi da seguire per completare con successo una valutazione d’impatto (DPIA):
- Raccolta informazioni: dal DPO, dai vari dipartimenti (in particolare quello della sicurezza), ma anche dai clienti (o associazioni di categoria).
- Descrizione dei trattamenti: documenta dettagliatamente il trattamento dei dati, comprese le finalità, le categorie di dati trattati, le fonti dei dati, i destinatari dei dati e le misure di sicurezza implementate.
- Data Flow: essenziale è una descrizione del flusso dei dati, utile in formato diagramma, per capire quali problemi possono sorgere e dove è possibile (o necessario) intervenire.
- Revisione dei principi e dei diritti: i principi del GDPR e i diritti dell'interessato devono sempre essere tenuti in considerazione per valutare se e come i trattamenti incidono su di essi.
- Identificazione dei rischi: individuazione delle criticità in termini di rischi per i diritti e le libertà degli interessati e, alla luce dei principi del GDPR, si valutano le necessarie misure per eliminare o quantomeno minimizzare tali rischi.
- Realizzazione del rapporto: il tutto va documentato in un rapporto.
- Consultazione preventiva: nei casi in cui non si riesce a stabilire misure per mitigare i rischi occorre rivolgersi preventivamente all'Autorità di controllo.
- Implementazione: il Titolare dovrà porre in essere i suggerimenti emersi dal rapporto (o dalla consultazione del Garante) per minimizzare o eliminare i rischi dei trattamenti.
- Revisione e firma: il rapporto finale va sottoposto a revisione dalle parti coinvolte, e poi firmato dal titolare del trattamento.
- Eventuale pubblicazione: a fini di trasparenza può essere utile pubblicare il rapporto, ovviamente depurato dalle parti sensibili per l'azienda. Non è un obbligo per i privati.