Business Continuity Plan
Continuità Operativa
Un Business Continuity Plan (Piano di Continuità Operativa) è un documento che definisce le modalità con cui un’azienda continuerà a lavorare durante un’interruzione del servizio “inaspettata”. Le interruzioni possono derivare da diverse cause:
- Eventi naturali (come terremoti e inondazioni);
- Minacce informatiche;
- Incendi;
- Altre emergenze impreviste.
In tutti questi casi di inoperatività, il BCP mira a garantire che l’azienda sia in grado di riprendere le sue attività il più rapidamente possibile senza compromettere il business e dover affrontare conseguenze economiche importanti.
A cosa serve la strategia di Business Continuity?
Un piano di continuità operativa non è solo una checklist di azioni da intraprendere in caso di interruzioni nell’operatività (la necessità di pianificare il disaster recovery era già sentita negli anni ’70), ma rappresenta un approccio più completo che parte dalla consapevolezza delle possibili vulnerabilità del sistema IT dell’azienda, fino a diventare uno strumento utile per soddisfare i requisiti di conformità normativa.
Il valore di un Piano di Continuità Operativa
Una strategia di Business Continuity, inoltre, contribuisce a rafforzare la reputazione dell’organizzazione aziendale agli occhi di clienti, fornitori, dipendenti e stackeholder: il BCP, infatti, è pensato sia per ridurre il tempo e i costi necessari per il ripristino delle attività dopo un’interruzione, sia per preservare la sicurezza delle informazioni.
Il valore di un Piano di Continuità Operativa, quindi, si riflette non solo a livello economico evitando che l’azienda subisca gravi perdite, ma anche a livello di immagine aziendale comunicando la sensibilità del management in merito alle problematiche di sicurezza e stabilità.
Come viene pianificato
Un Business Continuity Plan?
La creazione di un BCP richiede una pianificazione accurata e una comprensione approfondita delle attività e dei processi aziendali. Un Piano di Continuità Operativa non mira esclusivamente a identificare le azioni da intraprendere in caso di “disastro”, ma parte da una visione più complessa della questione: non solo una strategia “difensiva” di ripristino (recovery), ma uno sforzo continuativo di valutazione preventiva e una strategia globale di continuità del business.
Le Fasi
Di un Piano di continuità Operativa
Di seguito sono descritte le principali fasi per la definizione di un piano di continuità operativa.
- Valutazione dei rischi
Il cosiddetto Risk Assessment prevede l’identificazione dei potenziali rischi e delle minacce che potrebbero causare interruzioni delle attività aziendali. Le minacce possono essere interne o esterne e possono includere guasti hardware, errori umani, attacchi informatici, disastri naturali e molto altro a seconda del settore in cui opera l’azienda. L’analisi dei rischi è una fase fondamentale poiché rende l’organizzazione consapevole dei propri punti deboli.
- Identificazione dei processi critici
Strettamente connessa alla valutazione dei rischi, questa attività identifica i processi critici che devono essere protetti e ripristinati con estrema urgenza.
- Sviluppo piani di contingenza
In questa fase, in base ai rischi e ai processi individuati, vengono specificate le attività operative che dovranno essere svolte in caso di emergenza per garantire la continuità del business. Queste attività, per esempio, includono: le procedure per il ripristino dei dati, la riparazione o la sostituzione dell’hardware e la riorganizzazione del personale.
- Definizione del downtime massimo
Non si tratta di una vera e propria fase, ma di una valutazione necessaria: il management deve essere consapevole del tempo massimo accettabile di fermo del sistema.
- Identificazione del team di emergenza
Per gestire un’emergenza è fondamentale avere un team dedicato in cui ogni membro deve essere messo a conoscenza delle proprie responsabilità in caso di disservizio. Il team dovrebbe comprendere membri di ogni dipartimento dell’organizzazione e dovrebbe essere ben addestrato rispetto ai propri compiti.
A tal proposito è imprescindibile la formazione del personale: i dipendenti dovranno essere aggiornati e istruiti per rispondere e agire in modo pertinente rispetto alle criticità della situazione.
- Test e valutazione del BCP
Una volta che il piano è stato sviluppato, è importante testarlo per controllarne l’efficacia e apportare eventuali miglioramenti alle procedure. I test di simulazione sono indubbiamente utili per identificare eventuali lacune e verificare la capacità del team di gestire l’emergenza.
È importante infine ricordare che, in un sistema digitale in perenne trasformazione, qualsiasi Business Continuity Plan non può essere un documento fine a se stesso, ma deve essere una visione condivisa e un piano costantemente aggiornato rispetto a nuovi potenziali rischi ed esigenze aziendali.